Parrocchia S.Maria delle Grazie e San Gennaro - Trecase - (NA)


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Storielle per l'anima



LEGGI E MEDITA ......LE STORIELLE DELL'ANIMA.....


Il pastore che non aveva nulla

Ai tempi di Erode, la notte in cui nacque Gesù, gli angeli portarono la buona notizia ai pastori.
C'era un pastore poverissimo, tanto povero che non aveva nulla.
Quando i suoi amici decisero di andare alla grotta portando qualche dono, invitarono anche lui.
Ma lui diceva: "Io non posso venire, sono a mani vuote, che posso fare?". Ma gli altri lo convinsero. Così arrivarono dov'era il bambino, con sua Madre e Giuseppe. Maria aveva tra le braccia il bambino e sorrideva, vedendo la generosità di chi offriva cacio, lana o qualche frutto. Scorse il pastore che non aveva nulla e gli fece cenno di venire. Lui si fece avanti imbarazzato. Maria, per avere libere le mani e ricevere i doni dei pastori, depose dolcemente il bambino tra le braccia del pastore che era a mani vuote...
Così quel pastore che non aveva niente ebbe tutto………..

Mettiamoci in cammino, senza paura di non avere nulla. Il Natale di quest'anno ci farà trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza redenta… la festa del vivere…il gusto dell'essenziale… il sapore delle cose semplici… la fontana della pace…la gioia di uno sguardo…il piacere della collaborazione… lo stupore della vera libertà…la tenerezza della preghiera.
Allora, finalmente, non solo accoglieremo Gesù nelle nostre braccia ma anche nel nostro cuore...
E dal nostro cuore, non più pietrificato dalle delusioni….. strariperà la speranza.

Preghiamo

Sì dice che Mosè
non ti poteva guardare faccia a faccia
e che si levò i sandali per parlarti,
e questo è vero.
Che Isaia profeta si purificò le labbra
con un carbone acceso per pronunciare il tuo nome,
e questo è vero.
Si dice che il tuo popolo
ha curvato davanti a te la fronte nella polvere,
davanti a te Dio grandissimo per pregarti,
e questo è vero.
Ma tu sei il Dio che ama
e ti rifiuti di vedere l'uomo tremare davanti a te.
E per farti veramente conoscere,
hai preso posto in mezzo agli uomini.
Tu sei divenuto tutto prossimo.
Tu sei venuto in Gesù Cristo,
tuo amato Figlio,
a mostrare il tuo vero volto lucente di sudore,
corrugato per le preoccupazioni,
inquieto per la fame,
illuminato da mille soli per l'amicizia,
spezzato dal dolore.
lo so che questo è vero.
Io non ho più paura
perché Dio è con me.
Dio tra gli uomini,
Dio così vicino.
Dio.
Uomo.
lo so che questo è vero.




L’Asino e il Bue

Mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio verso Betlemme, un angelo radunò tutti gli animali per scegliere i più adatti ad aiutare la Santa Famiglia nella stalla. Per primo, naturalmente, si presentò il leone."Solo un re è degno di servire il Re del mondo", ruggì "io mi piazzerò all'entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!"."Sei troppo violento" disse l'angelo. Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba e innocente, insinuò: "Io sono l'animale più adatto. Per il figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo!" "Sei troppo disonesta", disse l'angelo. Tronfio e splendente arrivò il pavone. Sciorinò la sua magnifica ruota color dell'iride: "Io trasformerò quella povera stalla in una reggia più bella dei palazzo di Salomone!". "Sei troppo vanitoso" disse l'angelo. Passarono, uno dopo l'altro, tanti animali ciascuno magnificando il suo dono. Invano. L'angelo non riusciva a trovarne uno che andasse bene. Vide però che l'asino e il bue continuavano a lavorare, con la testa bassa, nel campo di un contadino, nei pressi della grotta. L'angelo li chiamò: "E voi non avete niente da offrire?". "Niente", rispose l'asino e afflosciò mestamente le lunghe orecchie, "noi non abbiamo imparato niente oltre all'umiltà e alla pazienza. Tutto il resto significa solo un supplemento di bastonate!". Ma il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse: "Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche con le nostre code". L'angelo finalmente sorrise: "Voi siete quelli giusti!".

Per vivere diversamente

Gesù è nato nella povertà, tra gente semplice e generosa. Il racconto suggerisce che l'asino e il bue della stalla di Betlemme, rappresentano virtù particolari: l'umiltà, la mansuetudine, la pazienza. Tutte le virtù che il mondo prepotente dei nostri tempi ha dimenticato.

Preghiamo

Tu lo sai Signore:
dietro la maschera
della nostra indifferenza
c'è un cuore che ti aspetta.
Dietro la maschera
del nostro orgoglio
c'è il volto di uno che ha paura
di proclamare la sua fede.
Tu, Signore, sei colui che smaschera.
Tu togli i travestimenti
e fai apparire la verità nascosta
nel cuore degli uomini.



La pecorella smarrita

C'era una volta una pecora diversa da tutte le altre. Le pecore, si sa, sono bianche; lei invece era nera, nera come la pece.Quando passava per i campi tutti la deridevano, perché in un gregge tutto bianco spiccava come una macchia di inchiostro su un lenzuolo bianco: "Guarda una pecora nera! Che animale originale; chi crede mai di essere?".Anche le compagne pecore le gridavano dietro: "Pecora sbagliata, non sai che le pecore devono essere tutte uguali, tutte avvolte di bianca lana?".La pecora nera non ne poteva più, quelle parole erano come pietre e non riusciva a digerirle.E così decise di uscire dal gregge e andarsene sui monti, da sola: almeno là avrebbe potuto brucare in pace e riposarsi all'ombra dei pini. Ma nemmeno in montagna trovò pace. "Che vivere è questo? Sempre da sola!", si diceva dopo che il sole tramontava e la notte arrivava.Una sera, con la faccia tutta piena di lacrime, vide lontano una grotta illuminata da una debole luce. "Dormirò là dentro" e si mise a correre. Correva come se qualcuno la attirasse."Chi sei?", le domandò una voce appena fu entrata."Sono una pecora che nessuno vuole: una pecora nera! Mi hanno buttata fuori dei gregge"."La stessa cosa è capitata a noi! Anche per noi non c'era posto con gli altri nell'albergo. Abbiamo dovuto ripararci qui, io Giuseppe e mia moglie Maria. Proprio qui ci è nato un bel bambino. Eccolo!".La pecora nera era piena di gioia. Prima di tutte le altre poteva vedere il piccolo Gesù."Avrà freddo; lasciate che mi metta vicino per riscaldarlo!".Maria e Giuseppe risposero con un sorriso. La pecora si avvicinò stretta stretta al bambino e lo accarezzò con la sua lana.Gesù si svegliò e le bisbigliò nell'orecchio: "Proprio per questo sono venuto: per le pecore smarrite!".La pecora si mise a belare di felicità. Dal cielo gli angeli intonarono il "Gloria".

“Ogni volta che ti senti smarrito,
perduto, triste, solo,
alza gli occhi,
il Gesù è lì,
è nato per te,
le sue braccia sono aperte
per avvolgerti.”

Preghiamo

Oggi
la notte è luminosa
e il giorno risplendente.
Perché lui è il
bambino
che cambia il mondo.
Conoscete il suo nome?
Sul suo viso
danza il sorriso di Dio.
Egli c'è
e resta con noi
e la gioia degli uomini
diviene la gioia di Dio.
Egli c'è
e resta con noi
e la sofferenza degli uomini
diviene la sofferenza di Dio.
Egli si chiama
Emanuele,
Dio con noi.



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